Call me by your name: la storia d’amore più profonda e struggente degli ultimi anni.
Scritto nel 2007 da Andrè Aciman, Call me by your name viene riscoperto nel 2018, anno in cui diventerà un successo letterario e verrà considerato un must have per tutti i lettori, poco importa se appassionati o meno a questo genere di lettura.
Il libro narra della dolce storia d’amore tra due ragazzi, Elio e Oliver, ambientata nel 1983 sulla costa della Liguria in un luogo imprecisato, il quale diventa, descrizione dopo descrizione, un vero e proprio paradiso terrestre. Nell’incantevole villa di Elio, nel limpido laghetto del loro primo bacio, nei sentieri della campagna e persino nei vicoletti che attraversano durante il loro viaggio a Roma il tempo sembra fermarsi eternamente, dominato solo dalla passione del loro vasto amore, che regge del tutto la scena e lo si percepisce quasi come se fosse una terza persona esterna. A rendere l’atmosfera così anacronistica e atemporale sono anche i continui riferimenti al mondo del passato: Eraclito, Monet, Dante e persino le sculture di origine greca fanno da sfondo a questa magnifica narrazione, quasi a testimonianza di un’amore senza tempo, che così come è stato, è adesso e sarà in futuro.
Elio è un ragazzo di diciassette anni, figlio di un famoso professore universitario, che ogni estate ospita nella sua villa alcuni studenti che chiedono aiuto per la loro tesi di post dottorato. E così, proprio durante la calda estate del ’83, arriva Oliver: un giovane americano di ventiquattro anni, che con la sua intelligenza e il suo aspetto ruba il cuore del diciassettenne: un amore nella sua accezione più pura e rara.
L’atmosfera eterna e i loro sentimenti non lasciano spazio a quello che è il periodo storico in cui vivono: il libro, così come il suo omonimo film, non ha l’obiettivo di rappresentare la realtà bigotta di qualche decennio fa, ma di narrare la potenza dell’amore nelle sue diverse sfaccettature, senza bisogno di etichettarlo o schematizzarlo: sembra quasi che per Aciman l’amore non avesse nomi, non avesse confini e neanche regole a cui sottoporsi: non a caso, i due amanti non si identificheranno mai attraverso un’etichetta -sembra quasi che non esistano in questo romanzo- e non è raro che sfoghino la loro passione anche con persone del sesso opposto.
Da questo romanzo è stato poi ricavato un film, prodotto nel 2018 da Luca Guadagnino e grazie al quale molti si sono appassionati e hanno scoperto la storia dei due amanti.
Sebbene ci siano alcune imprecisioni -come il fatto che sia stato girato in Lombardia a Crema quando la vicenda nel libro è ambientata in Liguria- gli attori, i paesaggi, le canzoni e l’atmosfera creati da Guadagnino sono diventati una vera e propria icona e fonte di ispirazione per tantissime persone, che ne hanno saputo cogliere ogni sensazione e farla propria.
Come detto prima, il romanzo non ha l’intento di offrire una prospettiva culturale e storica di quel periodo, ma di narrare di un amore senza limiti di tempo o spazi; tuttavia, l’autore non può completamente esternarsi da quella che è la realtà di decenni fa: in ogni loro parola, gesto e movimento si sente la pressione di un tabù e di un segreto che non può essere rivelato alla società; è per questo che non ne parleranno con nessuno, se non con i genitori di Elio, di mentalità molto aperta, e che dovranno vedersi sempre lontani da occhi indiscreti.
In realtà, se ci riflettiamo, le cose non sono cambiate così tanto: anche se esiste una maggiore sensibilità verso questa minoranza sociale e si sono fatti grandi passi a livello legislativo, la strada è ancora lunga per far si che venga accettata completamente: ce lo fanno capire le diverse aggressioni fisiche e psicologiche omofobe che ogni giorno persone omosessuali devono subire, condizione che alcune volte viene sminuita anche dalle forze politiche spesso complici di una piaga sociale che si dilata a macchia d’olio giorno per giorno.